II domenica di Avvento: l’amicizia

“Non vi chiamo più servi ma amici”

In questa seconda settimana di Avvento il tema proposto ai bambini, mediante il gioco che hanno ricevuto, ha come tema l’amicizia. Un aspetto della nostra vita che sperimentiamo fin da piccoli e che, se ci pensiamo bene, ha un valore sociale ed educativo importante.

Infatti la parola amicizia in realtà, come l’amore, è molto usata ed abusata in questo tempo caratterizzato da relazioni brevi che passano attraverso i social network, fatte a distanza e senza un vero coinvolgimento personale.

L’amicizia, come la carità, è paziente non è invidiosa, ma crede, spera, sopporta… ed è difficile da incontrare. Ha bisogno di tempo, di essere coltivata e condivisa:

 “L’amicizia non è una relazione fugace e passeggera, ma stabile, salda, fedele, che matura col passare del tempo. È un rapporto di affetto che ci fa sentire uniti, e nello stesso tempo è un amore generoso che ci porta a cercare il bene dell’amico. Anche se gli amici possono essere molto diversi tra loro, ci sono sempre alcune cose in comune che li portano a sentirsi vicini, c’è un’intimità che si condivide con sincerità e fiducia.” [Christus vivit]

Gesù dice ai suoi discepoli “Non vi chiamo più servi ma amici”. L’amicizia è così importante che Gesù stesso si presenta come amico. È un modello di amicizia con il quale siamo chiamati a confrontarci sempre.

Quando alle volte ci sembra di essere soli e di non avere nessun amico forse è perché commettiamo l’errore di non saper guardare bene o fino in fondo le persone che ci sono state messe accanto e di cui siamo chiamati ad aver fiducia. Gesù nella sua promessa non ci ha lasciati soli ma ci mette accanto delle persone che se siamo attenti si dimostrano veramente attente alla nostra vita, anche se il più delle volte non vogliamo accettare che qualcuno ci capisca più di quello che noi vogliamo o che entri nella nostra vita per mostrarci i nostri limiti e le nostre mancanze. Ma l’amore, l’amicizia, passa anche attraverso la nostra messa in discussione e il nostro modo di essere per saperci convertire, cambiare che è quello che ci viene chiesto in questo periodo di attesa del Santo Natale.

Gesù viene a salvarci dalla nostra umanità alle volte così presa da mille cose da fare, da interpretazioni sbagliate, senza accorgerci da quanto amore, da quanta amicizia che presente intorno a noi.

Il tesoro che è rappresentato nella casella numero diciotto del nostro gioco è simbolo di tutto quanto sopra descritto e sul quale è importante per essere coscienti che in fin dei conti ognuno di noi può essere un tesoro, amico per l’altro, mentre il rischio che corriamo è quello di lasciare tutta questa ricchezza, che ognuno di noi ha, sepolta non solo per paura ma anche per mancanza di amore verso chi ce l’ha donata.

dalla rubrica “Gocce di Carità” di Voce Isontina del 04/12/2021

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