Testimoni come Gesù, che si è fatto povero per noi

Sabato 12 novembre, alle ore 20.30 un momento di preghiera e testimonianza, con la partecipazione di associazioni ed enti che si occupano dei poveri e di chi vive situazioni di marginalità

una giovane ragazza accarezza e si prende cura di una signora molto anziana

Si celebra questa domenica 13 novembre la VI Giornata mondiale dei Poveri. Indetta da papa Francesco per la prima volta nel 2017 al termine del Giubileo, quest’anno vede come tema, scelto dal Santo Padre, la frase “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”, tratta dalla seconda Lettera di san Paolo ai cristiani di Corinto. “Una sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente”, ha espresso il papa nel suo messaggio, aggiungendo che “davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. A volte, invece, può subentrare una forma di rilassatezza, che porta ad assumere comportamenti non coerenti, quale è l’indifferenza nei confronti dei poveri”.

Accogliendo gli spunti e le “provocazioni” di Francesco, la Caritas diocesana di Gorizia organizza per sabato 12 novembre, alle ore 20.30 presso la Chiesa di Santa Maria Assunta (chiesa dei padri Cappuccini) a Gorizia, un momento di preghiera e testimonianza, con la partecipazione di associazioni ed enti che si occupano dei poveri e di chi vive situazioni di marginalità.
A fare da “filo rosso” nel corso della serata sarà la frase, pronunciata da Gesù, “Se dunque io, il Signore e Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri”. “Anche se il titolo di questa VI Giornata mondiale dei Poveri è “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”, ci è sembrato che il gesto della lavanda dei piedi fatta da Gesù, esprimesse in modo completo tutto il suo amore nei nostri confronti e quanto si è fatto povero per servire l’umanità” spiega la Caritas diocesana.
La serata si comporrà di canti, testimonianze e momenti di riflessione personale, guidati anche da alcune immagini che verranno di volta in volta proiettate. “Le testimonianze che andremo ad ascoltare sabato – prosegue la Caritas diocesana – desiderano invitarci a riflettere e a interrogarci su quanto esse non siano soltanto una “carrellata” di esperienze ma lo specchio dentro il quale siamo chiamati a confrontarci, a rifletterci”.

I momenti di riflessione

Si partirà quindi con il 1° momento, “Siate quelli che mettono in pratica la Parola”, introdotto da una riflessione sul mondo del carcere portata da don Alberto De Nadai, guidati anche dalle parole di papa Francesco pronunciate nel corso dell’Incontro internazionale per i Responsabili regionali e nazionali della Pastorale carceraria nel 2019: “Come comunità cristiane dobbiamo porci una domanda. Se questi fratelli e sorelle hanno già scontato la pena per il male commesso, perché si pone sulle loro spalle un nuovo castigo sociale con il rifiuto e l’indifferenza? In molte occasioni, questa avversione sociale è un motivo in più per esporli a ricadere negli stessi errori”. Dopo le riflessioni personali e un canto, si proseguirà con un’ulteriore proposta di riflessione, portata da Roberto Maurizio, consigliere nazionale dell’Unitalsi.
Seguirà così il 2° momento, “Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra!”, che vedrà la testimonianza diretta di due cittadine ucraine, fuggite dalla brutalità della guerra e oggi ospiti dell’accoglienza diffusa nella nostra arcidiocesi, gestita dalla Cooperativa Murice. Dopo le letture e il tempo per la riflessione, anche la testimonianza di un cittadino afghano, oggi accolto presso il centro di accoglienza “Nazareno” di Gorizia. A chiudere questo 2° momento sarà la voce di un giovane, un minore non accompagnato, che ha trovato accoglienza presso la struttura del Convitto San Luigi a Gorizia.
Si aprirà quindi il 3° momento di riflessione della serata, “Capite quello che ho fatto per voi?”, introdotto dalla lettura del passaggio del Vangelo di Giovanni dedicato alla narrazione della lavanda dei piedi, che si chiude con queste importanti e stimolanti parole: “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”.
L’arcivescovo Carlo – che presiederà l’intera serata di veglia e riflessione – ci accompagnerà così nella riflessione, per essere anche noi sempre più un esempio di quanto insegnato dal Signore.

La consegna del Mandato

La serata si concluderà con il 4° momento, che rappresenta una vera novità: la consegna del Mandato agli animatori della Carità, ovvero coloro che hanno il compito di promuovere e testimoniare l’attenzione e la sensibilità verso le situazioni di disagio e di fragilità presenti nelle nostre comunità cristiane.
Un impegno grande e importante il loro: per ringraziarli e farli sentire ancor più parte di qualcosa di strutturato, della “grande famiglia” della solidarietà che è la Caritas diocesana, verrà loro consegnato un simbolo (un qualcosa di personale e identificativo, che vuole rappresentare il grembiule che Gesù non ha avuto paura di indossare per lavare i piedi degli apostoli) che potranno fattivamente utilizzare durante il loro servizio come volontari.
La veglia si concluderà quindi con la benedizione impartita dall’arcivescovo, certi che tutti quanti ritorneremo alle nostre abitazioni molto arricchiti dalle testimonianze ascoltate, più consapevoli e saldi nel nostro operare.

Le azioni di solidarietà

Caritas diocesana, in occasione di questa VI Giornata mondiale dei Poveri, intende impegnarsi concretamente in due azioni solidali: la prima coinvolge anche i volontari e le associazioni che parteciperanno alla serata, i quali sono invitati ad offrire alcuni prodotti per l’igiene personale che verranno successivamente donati ai detenuti del Carcere di Gorizia. Possono essere donati bagnodoccia, shampoo, sapone, dentifricio, spazzolini da denti… (i prodotti devono essere in flaconi di plastica; non potranno essere donati contenitori di vetro e prodotti spray).
La seconda azione vede infine Caritas diocesana ancora una volta accanto al mondo della scuola, sostenendo gli studenti dell’ISIS Galilei – Fermi – Pacassi nello studio e in alcune delle attività scolastiche collaterali loro propost

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