Le considerazioni contenute nel messaggio di papa Francesco per la VIII Giornata Mondiale dei Poveri1 aiutano a riflettere in più direzioni per le numerose sollecitazioni che si esplicitano. Ricordano che la giornata è ormai un appuntamento necessario per la comunità ecclesiale, ma direi anche per tutte le comunità che popolano i nostri territori; una opportunità per ogni credente di ascoltare i poveri, a prendere coscienza di una presenza reale e delle loro necessità, riflettere sulle diverse iniziative di aiuto concreto nonché un riconoscimento ai tanti volontari che in primis nelle parrocchie dedicano tempo e passione ai bisognosi.
L’esortazione, a mio avviso, ha un valore universale perché riguarda anche laici e non credenti, indicando un percorso di attenzione agli aspetti essenziali per la vita, alle limitazioni e sofferenze che le diseguaglianze causano alla dignità delle persone escluse da beni primari considerati essenziali per un vivere dignitoso.
Aiutano a ripensare un’idea di comunità che oggi confligge con la modernità, se quest’ultima si consolida in atteggiamenti utilitaristici, individualistici e in una progressiva spersonalizzazione dei rapporti sociali. Il rischio è quello di isolarsi o disperdersi in una moltitudine solitaria. Oggi tutto viene consumato in fretta con il rischio di veder venir meno i nostri punti di riferimento per cogliere un contesto sociale stabile, più sicuro e affidabile che va al di là di una singola vita. I legami si indeboliscono ed è realistico pensare che vengono a mancare le fondamenta di una comunità attenta e solidale.
Se i legami si indeboliscono anche la percezione della povertà si affievolisce? Studi, ricerche e analisi non sono venute meno e, per la complessità delle condizioni concausa di povertà, rivelano numeri preoccupanti che non si attenuano nel tempo. Recentemente, il 17 ottobre 2024, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della povertà2 il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) ha tenuto un incontro presso la sede delle Nazioni Unite a New York per riflettere sulle strategie globali da adottare e ascoltare le testimonianze di chi vive in condizioni di povertà, riconoscendo il loro diritto a partecipare attivamente alla lotta per l’emancipazione. In questa occasione è stato presentato l’ultimo rapporto dell’indice di povertà multidimensionale globale 2024 (MPI)3 dove si conferma che la povertà non è solo una mancanza di risorse materiali, ma un fenomeno complesso e multidimensionale che include maltrattamenti sociali e istituzionali. I numeri sono inoltre sottostimati per le difficoltà di reperire dati certi nei Paesi colpiti da conflitti: l’indice di povertà multidimensionale globale 2024 ha rilevato che più di 1miliardo di persone nel mondo vive in condizioni di povertà acuta e che il 40% vive in Paesi in guerra; circa la metà sono minori al di sotto i 18 anni.
Anche una realtà a noi più vicina, quella che fa riferimento all’Unione Europea evidenzia una condizione di persone a rischio povertà o esclusione sociale che raggiunge nel 2023 una cifra significativa di 94,6 milioni di persone, il 21,4 % della popolazione complessiva dei Paesi aderenti.
Nel 2023 il rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE è stato più elevato per le donne che per gli uomini e oltre un quinto (il 22,4%) della popolazione dell’UE, a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE, vive in famiglie con figli. L’Italia si colloca di poco al di sopra della media europea assieme rispettivamente a Estonia, Lituania, Lettonia, Grecia, Spagna, Bulgaria e ultima la Romania. Non da meno i dati riferiti all’Italia. Secondo l’ultimo rapporto dell’ISTAT4 nel 2023 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell’anno precedente). L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, si ferma invece al 6,3% per le famiglie composte solamente da italiani. L’incidenza della povertà assoluta fra i minori si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi) il più elevato valore della serie storica dal 2014, mentre è all’11,8% fra i giovani di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui).
Se a questi rapporti aggiungiamo i dati relativi ai territori del Friuli Venezia Giulia evidenziati nei dossier annuali delle Caritas per il tramite degli Osservatori Povertà e Risorse diocesani e quelli più istituzionali documentati nei Rapporti sociali della Direzione salute, politiche Sociali e disabilità della Regione Friuli Venezia Giulia il quadro complessivo di informazioni quantitative sul fenomeno delle povertà, da quello mondiale a quello locale, è sufficiente ed esaustivo per facilitare riflessioni che di solito precedono azioni concrete di contrasto o di solidarietà.
Purtroppo i dati ricordano che poveri li abbiamo sempre con noi nonostante le politiche internazionali e nazionali, pensando allo sviluppo sociale, hanno sempre ipotizzato la lotta – o almeno il contrasto – alle disuguaglianze, all’eliminazione o riduzione della povertà.
I numeri che si ripetono costantemente negli anni possono quindi indurre a considerare la povertà una condizione difficile da modificare perché modi di pensare e di agire diventano trappole che si autoalimentano con margini di manovra (le politiche) più contenitivi che risolutivi. Rispetto ad altre realtà dove la colpevolizzazione dei poveri è più diffusa considerandoli pigri, indolenti e senza perseveranza la nostra tradizione europea è più sensibile alla solidarietà e questo può essere una ragione ulteriore per non rassegnarsi o disimpegnarsi e accogliere l’esortazione a farsi parte attiva.
In aiuto interviene di nuovo papa Francesco che nel suo messaggio pone la preghiera al centro delle sue considerazioni, che nella carità trova occasioni di incontro e di vicinanza autentica tra le persone; ricorda però che la preghiera deve tradursi in agire concreto e che allo stesso tempo la carità senza preghiera diventa filantropia che si esaurisce.
La direzione auspicata è quindi quella del restare sempre vigili e perseverare nel farsi pellegrini di speranza, e tradurre in pratica un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria. Alla eccessiva retorica informativa sulle condizioni di povertà che permette per lo più uno sguardo esterno, penso sia importante insistere nel comprenderle, osservandole con attenzione e vicinanza.
Il punto che porto a conclusione del mio contributo è l’ascolto come metodo per osservare e comprendere, come sapere pratico che implica la vicinanza con le persone. L’ascolto non può restare confinato a quei luoghi dove si intrecciano i bisogni con le possibili risposte e gli aiuti concreti; i numerosi volontari che lo praticano da sempre nei centri di ascolto e/o nei centri distribuzione dei beni della rete Caritas sono in prima linea nelle pratiche d’incontro. In merito non mancano strumenti, tecniche e metodi5, ma l’abitudine all’ascolto non è soltanto una pratica professionale perché riguarda ognuno di noi se vogliamo capire meglio persone e contesti nei quali siamo coinvolti.
Tutti possiamo praticarlo.
È di fatto una conversione conoscitiva, etica e politica che può dare senso e significato al nostro stare al mondo. Un buon ascoltatore esplora mondo possibili, affronta i dissensi come un’occasione per praticare soluzioni creative, pratica comunicazioni anche non verbali o analogiche, adotta codici relazionali.
Note
1 – Roma, San Giovanni in Laterano, 13 giugno 2024, memoria di Sant’Antonio da Padova, Patrono dei poveri.
2 – La Giornata Internazionale per l’eliminazione della povertà, istituita ufficialmente dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1992, si celebra il 17 ottobre di ogni anno per sensibilizzare e promuovere azioni concrete volte a contrastare la povertà in tutte le sue forme.
3 – L’indice di povertà multidimensionale globale 2024 è stato predisposto dall’Oxford Poverty and Human Development Iniziative (OPHI) con sede presso l’Università di Oxford.
4 – ISTAT, Le statistiche dell’Istat sulla povertà, anno 2023, Roma 17 ottobre 2024.
5 – Tra i tanti consiglio il testo di Marianella Sclavi: Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, editore Pearson, 2022
Paolo Molinari, sociologo e ricercatore IRES FVG
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)