La solitudine dell’anziano è un grande problema che affligge la nostra società. Ce ne siamo resi maggiormente conto purtroppo nelle drammatiche conseguenze della pandemia quando, costretti a “rimanere a casa”, abbiamo osservato come moltissimi anziani siano oggi completamente soli, perché magari con parenti lontani, o trasferiti altrove, o ancora con la cerchia amicale ormai purtroppo limitata e ridotta a causa dell’età.
Un problema quello della solitudine della terza età che è stato rilevato su più fronti da più associazioni, nonché dalle Caritas diocesane.
Anche alla luce di tutto questo ha preso vita il progetto “Si Fa Rete – Sosteniamo insieme le fragilità dell’anziano”. Il programma – finanziato dalla regione Autonoma Friuli Venezia Giulia tramite fondi del Ministero del Welfare – Lavoro e Politiche Sociali, finalizzati al sostegno degli Enti del Terzo Settore – nasce dalla volontà della Regione FVG di procedere ad una co – progettazione tra i soggetti Non Profit presenti sul territorio regionale al fine di creare sinergie tra organizzazioni del Terzo Settore che si occupano dei problemi degli anziani, soprattutto legati alla solitudine.
Obiettivi generali di “Si Fa Rete” sono innanzitutto la presa in carico precoce dell’anziano, prima che la situazione di solitudine si cronicizzi, rendendo difficile un successivo intervento da parte degli operatori; accanto a ciò anche alla formazione per i volontari e i caregiver (gli assistenti familiari) e in ultimo, ma non per importanza, rafforzare la rete esistente sul territorio.
Le Caritas diocesane del Friuli Venezia Giulia si sono così presentate insieme al progetto nella fase di progettazione, attraverso il Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine ODV.
Compito di esse sarà quello di mettere in rete i volontari delle Caritas parrocchiali e quelli che già si occupano di anziani nelle comunità cristiane – attraverso per esempio i Centri di Ascolto, i gruppi di volontariato parrocchiali che si occupano di anziani soli, i Ministri Straordinari dell’Eucaristia -, potenziando le azioni di ascolto, orientamento e accompagnamento già messe in campo.
Le azioni che le Caritas porranno in essere nel progetto sono l’osservazione e il monitoraggio della situazione esistente, il rilevamento dei bisogni formativi dei volontari che si occupano degli anziani e l’organizzazione di un percorso formativo per essi; si tratterà poi, tramite la rete dei Centri di Ascolto Parrocchiali e dei volontari presenti nelle comunità cristiane, di intercettare alcuni caregiver per offrire un percorso di formazione linguistica – nel caso siano cittadini stranieri – e sulle competenze nella relazione di aiuto e cura dell’anziano. Non da ultimo si metteranno in essere azioni di sensibilizzazione e animazione comunitaria finalizzate a intensificare le reti di protezione a favore degli anziani soli.
Tra le azioni di sensibilizzazione e animazione comunitaria che la Caritas diocesana di Gorizia ha attivato, in collaborazione con “La Ginestra” APS, anche il “Telefono Amico“, a completa disposizione degli anziani soli, per il quale si costituirà anche un gruppo di volontari formati all’ascolto delle persone in solitudine che contattano questo servizio. Un modo questo, sulla base di esperienze già maturate da altre Caritas diocesane, per intercettare tanti anziani con grossi problemi di solitudine dovuta alla mancanza di quelle che vengono definite “reti primarie” (familiari, parentali, amicali e di vicinanza).
A seguire questo nuovo servizio per la Caritas diocesana di Gorizia, l’operatrice Ester De Santis che, a seguito di un corso di formazione interamente dedicato alle fragilità dell’anziano e alla sua presa in carico, ha iniziato a prestare la sua opera presso l’ente. “Nel mese di maggio mi sono cimentata nella stesura del progetto e nell’ideazione della locandina pubblicitaria, confrontandomi periodicamente con le altre Caritas della regione, al fine di trovare una modalità d’azione il più similare possibile – ha illustrato l’operatrice -. Una delle attività di cui sono responsabile, prevista dal progetto “Si Fa Rete”, è il Telefono Amico che si rivolge agli anziani della diocesi di Gorizia e alle loro famiglie Il servizio, basato su un ascolto attivo, empatico e confidenziale, non è solo strumento di compagnia ma anche supporto emotivo per tutti coloro che si sentissero soli e sconfortati o avessero bisogno di qualcuno che li ascolti; si impegna, gratuitamente, a creare uno spazio sicuro, in cui chiunque possa esprimere liberamente la propria sofferenza e le proprie preoccupazioni”.
Obiettivo del progetto “quello di sviluppare una relazione d’aiuto fondata su un ascolto reciproco e non giudicante, che permetta non solo di contrastare possibili situazioni di solitudine, ma anche di recuperare una propria consapevolezza personale, compensando la mancanza delle reti primarie di supporto e, dove ce ne fosse bisogno, di orientare ai servizi d’aiuto sostenuti dalle associazioni del Terzo Settore e dal Welfare pubblico”, ha riferito l’operatrice.
Coloro che si rivolgono al servizio sono liberi di mantenere, interrompere e ristabilire il contatto, a seconda del bisogno.
De Santis ci spiega anche lo sviluppo del progetto: “Secondariamente verrà attivata un’animazione all’interno delle parrocchie della diocesi, il più possibile personalizzata in base ai bisogni degli anziani, che verranno rilevati anche grazie ai volontari presenti nelle comunità. In questa fase iniziale di sperimentazione e di rilevazione dati, i volontari parteciperanno ad un corso di formazione, che li preparerà adeguatamente per il servizio di animazione comunitaria”.
È possibile contattare il Telefono Amico dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 15 alle 17, chiamando lo 0481 525188 e selezionando l’interno 3.
dalla rubrica “Gocce di Carità” di Voce Isontina del 25/06/2022