I giovani del Clan del gruppo scout AGESCI Alzano Nembro, in provincia di Bergamo, hanno deciso di progettare la loro route sul confine italo-sloveno, tra Gorizia e Trieste, per approfondire e conoscere meglio il tema delle migrazioni e in particolar modo delle persone che arrivano in Italia percorrendo la Rotta Balcanica.
Nelle scorse settimane il loro campo mobile è partito da Gorizia per raggiungere a piedi, percorrendo i sentieri del Carso, la città di Trieste dove hanno poi impiegato i giorni conclusivi della route nello svolgimento del servizio in aiuto alla Caritas e ad altre organizzazioni che accolgono i migranti che arrivano in città percorrendo la Rotta Balcanica.
Lungo il loro cammino i giovani hanno visitato anche i luoghi della memoria della Grande Guerra e del 2° Conflitto Mondiale che hanno insanguinato le nostre terre.
Sabato 11 agosto, il giorno della partenza della loro route, sono stati accolti dalla Caritas diocesana di Gorizia, dove hanno potuto ascoltare una riflessione sulla nostra città di confine: un luogo di incontro tra diversi popoli (italiani, sloveni e friulani), un territorio sconvolto dai conflitti mondiali del secolo scorso, ma anche una frontiera di accesso per migliaia di migranti che, già dagli anni ’90, sono arrivati in città.
La strada che questi giovani rover e scolte hanno percorso per raggiungere la frontiera nel nord-est del nostro Paese è una metafora di un cammino che, quotidianamente, ognuno di noi dovrebbe percorrere per abbattere i confini immaginari che erge verso i nostri fratelli e nostre sorelle che decidiamo di escludere e di emarginare.