Recentemente Caritas Italiana ha pubblicato il suo Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”. Il report (scaricabile sul sito www.caritas.it) si basa sui dati appartenenti al 2021 e rileva come, nel corso dello scorso anno, la rete Caritas ha sostenuto, attraverso i suoi 2.800 Centri di Ascolto, oltre 1,5 milioni di interventi, registrando un aumento delle persone che hanno chiesto aiuto pari al 7,7% in più rispetto all’anno precedente (i dati raccolti fino ad oggi nel corso del 2022 sempre da Caritas italiana, confermano questa tendenza).
Anche la Caritas diocesana di Gorizia ha raccolto ed elaborato i dati relativi all’anno 2021, strutturando a sua volta un Report incentrato sulla realtà locale.
I dati illustrati nel Report sulla Povertà 2022 della Caritas diocesana di Gorizia sono frutto del lavoro di ascolto, accompagnamento e sostegno svolto da 21 Centri di Ascolto (CdA) e Centri di Distribuzione (CdD) presenti in tutto il territorio della Diocesi di Gorizia: a Grado, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Staranzano, Gradisca d’Isonzo, Crauglio, Cervignano, Cormòns e Gorizia.
Tale rete di accoglienza, ascolto e supporto offre un orario di apertura che complessivamente supera le 30 ore settimanali e si avvale del preziosissimo servizio di 128 volontari, di cui 72 donne e 56 uomini. I volontari sono la risorsa indispensabile e insostituibile per questa rete di prossimità, non solo per l’impegno che offrono nella relazione di aiuto con le persone più povere ma anche perché, essendo uomini e donne appartenenti alle diverse comunità della Diocesi, riescono ad animare e promuovere la carità, la solidarietà e la condivisione all’interno di queste stesse comunità.
Nell’annualità 2021 la rete dei Centri di Ascolto e dei Centri di Distribuzione della Caritas presenti sul territorio dell’Arcidiocesi di Gorizia ha accolto, ascoltato, accompagnato e sostenuto 1.066 nuclei familiari pari a 2.771 persone. Questo dato è sostanzialmente invariato rispetto all’anno 2020.
Analizzando la povertà ed esclusione sociale incontrata dalla rete dei CdA e dai CdD della Caritas sul territorio diocesano nel 2021, si deve evidenziare come l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid 19 abbia modificato la tipologia delle persone che si rivolgono ai punti di ascolto e di distribuzione. In particolare si assiste ad un incremento delle persone più giovani, under 41: sono il 29,02% del totale nel 2021; erano il 21,89 nel 2018.
Caritas Italiana nel suo report nazionale sui CdA avvalora questo ‘trend’, perché registra una media di 45,8 anni tra coloro che hanno avuto accesso ai Centri di Ascolto in Italia nel 2021. I dati nazionali elaborati dall’ISTAT rilevano anche loro una percentuale più alta di nuclei familiari in povertà assoluta tra le famiglie con persone di riferimento più giovani: il 9,9% dei nuclei familiari con persona di riferimento con un’età compresa tra i 35 e i 44 anni.
Si rileva, inoltre, anche un aumento della percentuale delle famiglie con minori a carico, in particolare dei nuclei familiari composti da una coppia con figli: sono il 55,04% (erano il 46,68% nel 2018). Questa tendenza è avvalorata dal “Report Povertà 2021” dell’ISTAT.
Caritas Italiana rileva anche a livello nazionale una crescita dei genitori tra coloro che si rivolgono ai CdA in Italia: 2 persone su 3 sono padri o madri.
Sembra inoltre che l’emergenza sanitaria abbia impoverito particolarmente le famiglie più giovani con minori a carico. Non bisogna mai dimenticare che parlare della povertà delle famiglie con minori a carico, i cui genitori hanno un’età inferiore ai 45 anni, significa parlare della povertà dei bambini e dei ragazzi che vivono in quella famiglia. L’ISTAT infatti rileva che nel 2021 risiedevano in Italia 1,4 milioni di minori in povertà assoluta. La povertà economica per un minore significa molto spesso povertà educativa, perché i ragazzi e i bambini che vivono in un nucleo familiare in povertà assoluta non possono accedere a tutte le occasioni educative che un loro coetaneo può frequentare. Queste opportunità formative sono importanti per acquisire le competenze trasversali fondamentali nel mondo del lavoro odierno (capacità di lavorare in gruppo, abilità progettuali e nelle relazioni interpersonali). Tutto ciò potrebbe comportare la difficoltà ad accedere ad un’occupazione lavorativa più qualificata nell’età adulta. In questo modo la condizione di povertà della famiglia di origine potrebbe permanere anche nell’età adulta.