Riuscita “Festa di Primavera”

Un momento di ritrovo, di spensieratezza, di gioco, di scambio e condivisione tra le famiglie ucraine presenti sul territorio, ospiti nel sistema di protezione internazionale, e le famiglie italiane che qui vivono

A Gorizia, presso la parrocchia di San Giuseppe artigiano, si è svolta la scorsa domenica 4 giugno la “Festa di Primavera”, un momento di ritrovo, di spensieratezza, di gioco, di scambio e condivisione tra le famiglie ucraine presenti sul territorio, ospiti nel sistema di protezione internazionale, e le famiglie italiane che qui vivono da sempre.

Un momento di festa – promosso dalla Caritas diocesana di Gorizia, dalla Cooperativa sociale Murice e dalla Pastorale diocesana della Famiglia, con la preziosa collaborazione dei Salesiani di Gorizia e dei loro animatori – che ha visto una bellissima partecipazione tanto da parte delle famiglie ucraine (che si sono spese davvero “in grande stile” per l’allestimento) che delle famiglie italiane, accorse con gioia all’evento.
Il pomeriggio in compagnia si è aperto con i saluti del diacono Renato Nucera, direttore di Caritas diocesana, il quale oltre a ringraziare tutti i presenti e gli organizzatori per l’ottima idea e riuscita dell’evento, ha anche augurato alle famiglie ucraine di poter tornare, se lo desidereranno, nel loro Paese, quando la Pace sarà di nuovo presente.

“Al momento accogliamo a Gorizia circa 70 persone, per lo più famiglie mono genitoriali, quasi tutte arrivate dall’Ucraina nella primavera del 2022 – ci ha spiegato Federica Ricci dell’Area Immigrazione della Cooperativa Murice -. In poco più di un anno di accoglienza gli ospiti hanno avuto modo di conoscere e comprendere sempre più il funzionamento dei nostri sistemi, da quello scolastico a quello sanitario, e ora, con l’iscrizione anagrafica, si stanno affacciando al sistema di Welfare. Gli uomini in accoglienza hanno tutti un lavoro, mentre le donne sono in cerca di occupazione, non facile da trovare per due motivi: la difficoltà di far conciliare l’accudimento dei figli con possibili orari di lavoro e la scarsa conoscenza della lingua italiana.
Molte di loro frequentano il Centro Provinciale Istruzione Adulti ma non riescono a praticare l’italiano a sufficienza, rendendo il lavoro sull’inserimento lavorativo difficoltoso”.
Ecco quindi che proprio i momenti come la “Festa di Primavera” diventano un’occasione di incontro importante anche per un “esercizio” di comunicazione: “il desiderio della Festa nasce infatti da un’esigenza degli ospiti di praticare la nostra lingua, finora impossibile per molti a causa di una mancanza di relazioni amicali al di fuori del contesto di accoglienza – ha proseguito Ricci -. Sono molte le persone che programmavano un rientro imminente in Ucraina ma, col passare del tempo e l’inasprimento della guerra, questa speranza è diventata sempre più vana e qualcuno ha già abbandonato l’idea di un rientro definitivo.
La Festa è stata quindi un’occasione per trovarsi e ritrovarsi, in un contesto spensierato dov’è stato possibile conoscersi attraverso la condivisione di una merenda e di giochi, sia per i grandi che per i piccini“.
Non solo, la Festa ha rappresentato anche un’importante occasione per “chiedere nuovamente supporto alla comunità, questa volta non più dal punto di vista materiale ma di “tempo”, per ricreare, ove possibile, una rete di relazioni che possa supportare queste famiglie nel processo di integrazione nel nostro Paese”.
Vista infatti la permanenza, purtroppo, più lunga del previsto sul territorio italiano, essere inseriti in una rete amicale, imparare almeno in parte la lingua italiana e sapere di poter contare su una comunità accogliente sono punti fondamentali per una vita vissuta serenamente e rispettosamente.
“Il nostro lavoro consiste nel fornire tutti gli strumenti e le conoscenze utili per un percorso di vita nel nostro Paese – ha spiegato Ricci – e continueremo a farlo. Purtroppo, dal punto di vista burocratico non abbiamo notizie: ciò che sappiamo è che l’emergenza scadrà il 31 dicembre di quest’anno e i documenti in loro possesso, per rimanere sul nostro territorio, hanno la medesima validità. Quello che accadrà dopo non lo sappiamo; continueremo certamente a supportarli nella loro autodeterminazione e se la comunità è al nostro fianco il processo potrebbe diventare sicuramente più efficace”.

(Articolo da “Voce Isontina” n. 23 del 10 giugno 2023 – Rubrica “Gocce di Carità”, a cura della Caritas diocesana di Gorizia)

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