Una situazione tragica, peggio di quanto traspaia dai media, e difficoltà a far entrare in Turchia e Siria gli aiuti provenienti dall’estero. Questi i punti principali e più drammatici emersi dal webinar che Caritas Italiana ha condiviso negli scorsi giorni con i suoi operatori in collegamento da tutta Italia per un aggiornamento della situazione post – terremoto.
Ospiti dell’incontro online monsignor Marco Zenari, nunzio apostolico in Siria, monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico in Anatolia, e Riad Sargi, direttore di Caritas Siria.
“I morti di questa strage della natura – ha dichiarato Zenari – si aggiungono ai già 500.000 morti che la Siria conta a causa della guerra, tra questi quasi 30.000 bambini. A questi si aggiungono anche i circa 57.000 sfollati interni. Si tratta di una catastrofe avvenuta dove già ce n’era una, compiuta dall’uomo.
La nostra preoccupazione ora va nella gestione degli aiuti: sicuramente la solidarietà da parte del mondo sarà grande; temiamo che le nostre chiese non siano in grado di gestire tutto ciò, pertanto facciamo appello al coordinamento della rete Caritas internazionale”.
Monsignor Bizzeti dal canto suo ha sottolineato, oltre ad una situazione tragica di cui ancora non si è terminato di contare le vittime, preoccupazione nella gestione degli aiuti dal momento che, stando alle attuali normative vigenti in Turchia, ministerialmente dovrebbero essere gestiti da un’organizzazione che sostanzialmente è l’equivalente della nostra Protezione Civile, pertanto si rischiano rallentamenti e nodi amministrativi e giuridici. Preoccupazione questa riportata anche da Giulia, giovane operatrice di Caritas in Turchia, la quale ha sottolineato alcuni ostacoli nell’ingresso di aiuti nel Paese se non provenienti da ONG e la difficoltà ulteriore a far arrivare tali sostegni in alcune aree.
“Ci troviamo di fronte a un’apocalisse – ha dichiarato l’operatrice – che ci pone davanti a tutte le difficoltà che sono già presenti in questo territorio. Senza i corretti permessi si corre il rischio di confische degli aiuti in arrivo, è necessario quindi un preciso coordinamento”.
Riad Sargi ha infine riportato le difficoltà materiali vissute in questo momento in Siria: “C’è bisogno di tutto: nei centri di accoglienza mancano coperte, materassi, non c’è riscaldamento e i servizi igienici sono scarsi. Non ci sono mezzi di soccorso e nemmeno mezzi d’intervento per spostare le macerie. Mancano attrezzature mediche e il cibo scarseggia. La situazione è davvero drammatica”.
Negli scorsi giorni la Presidenza della CEI, dopo un primo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8xmille, ha indetto una colletta nazionale, che si terrà in tutte le chiese italiane nella giornata di domenica 26 marzo, V di Quaresima.
Le offerte raccolte arriveranno alle popolazioni colpite tramite Caritas Italiana, a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali, già attiva da anni in quei territori e in costante contatto con Caritas Turchia, Caritas Siria e la rete Caritas internazionale.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o la donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o ancora attraverso bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:
- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma -Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
- Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
- UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119