Un’esperienza da ricordare e tenere nel cuore

Tirocinio in Caritas diocesana di Gorizia

Laboratorio senza confini in piazza Transalpina. Monsignor Redaelli e l'assessore comunale Silvana Romano scherzano con i bambini

Prima di cominciare questo tirocinio, ammetto ero un po’ dubbiosa: sì, mi ero informata sui vari servizi che forniva la Caritas diocesana di Gorizia, per capire se la mia figura potesse rientraci, ma non sapevo cosa aspettarmi, chi aspettarmi, come agire nel meglio, quali sarebbero stati gli obiettivi da raggiungere, insomma non avevo le idee molto chiare; sotto sotto avevo anche un po’ di timore poiché non sapevo se poteva essere un ambito giusto per me, quindi non sapevo nemmeno se potevo essere veramente d’aiuto e lasciare un bel ricordo. Ma era una realtà a me nuova che volevo conoscere e vivere, per avere un’esperienza in più che mi aiutasse ad avere maggior consapevolezza sulla marginalità sociale.

Beh, posso dire con contentezza che tutti i miei dubbi iniziali si sono trasformati in un’esperienza da ricordare e tenere nel cuore.
Ho avuto modo di conoscere Persone, non solo delle figure professionali, che mi hanno fatta sentire come se le conoscessi già da tempo, che mi hanno dato disponibilità, che mi sono venute incontro, mi hanno insegnato e mi hanno permesso sempre di mettermi in gioco, che non è cosa affatto scontata.

Ho avuto modo di fornire il mio aiuto in più realtà: il Centro di Ascolto, gli Empori della Solidarietà e dell’Infanzia e lo sportello del Consiglio Italiano per i Rifugiati, luoghi di cui ho capito l’importanza, poiché danno la possibilità di aiuto e indirizzamento verso una soluzione delle problematiche che le persone possono incontrare in un momento della loro vita.

L’Emporio della Solidarietà mi ha insegnato quanto sia importante non sprecare ed essere consapevoli riguardo le tematiche legate all’alimentazione, alla durata dei cibi e ad una spesa effettuata evitando gli eccessi e i conseguenti sprechi. Infatti, poiché uno degli obiettivi è proprio il valore educativo, ho cercato di far interiorizzare questo concetto anche ai clienti, chiacchierando con loro durante la spesa.

L’Emporio dell’Infanzia invece mi ha insegnato che ogni bambino, durante la fanciullezza, deve avere il diritto di non sentirsi diverso dai suoi pari, infatti grazie ad esso bambini e adolescenti posso avere indumenti, giochi e libri gratuiti.

Un principio che lega gli Empori è quello di accompagnare le persone che utilizzano questi servizi verso una migliore gestione del proprio budget spesa, consentendo così loro di acquisire maggior consapevolezza e sicurezza, nonché di evitare di investire il proprio budget in spese e prodotti eccessivi o non strettamente necessari.

Il Centro Di Ascolto invece mi ha insegnato che c’è sempre una finestra di ascolto che può indirizzare e aiutare economicamente, cercando però di far interiorizzare che si parla di emergenza, non di soluzione a lungo termine (senza dimenticare che è l’ufficio dove si può richiedere la tessera per accedere agli Empori). Ciò che ho potuto vedere è che molti prendono questo servizio come riferimento, per cui è difficile veicolare a tutte le persone che arrivano a cercare una soluzione più stabile, anche attraverso la collaborazione con i Servizi socioassistenziali, ma d’altronde il Centro Di Ascolto è lì anche per aiutare a comprendere questo.

Lo sportello del Consiglio Italiano per i Rifugiati invece mi ha insegnato che esiste un ponte tra persona in difficoltà e Stato, un canale che permette a chi non sa come muoversi, di apprendere un metodo e avere contatti a cui far riferimento, un servizio che, grazie al lavoro dell’avvocato e dei due volontari, permette di risolvere situazioni che rischierebbero di essere un continuo vagabondare senza meta e crescita.

Anche se il tempo a disposizione è stato poco, ho vissuto un’esperienza costruttiva che mi ha aiutata molto a portare chiarezza e maggior consapevolezza sulle mie nozioni e sui miei pensieri riguardanti le condizioni di criticità e povertà della marginalità sociale: è una realtà che da sempre esiste e purtroppo continuerà ad esistere, ma grazie ai servizi forniti da Caritas ci sono varie opportunità di ripresa e di risalita, poiché tutti hanno diritto ad avere una vita dignitosa e serena.

Grazie a questo tirocinio ho capito quanto sia importante educare la Comunità a conoscere la marginalità in modo più approfondito, poiché fino a quando non si vedono con i propri occhi, non si toccano con le proprie mani e non si sentono con le proprie orecchie determinate condizioni di vita, non si può interiorizzare la realtà dei fatti.

Per questo motivo ringrazio molto la Caritas diocesana di Gorizia di avermi dato questa possibilità di crescita, professionale e personale.

Valentina Russian

Valentina Russian

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