Da metà ottobre 2023 a metà aprile 2024 la Caritas diocesana di Gorizia, grazie all’impegno delle comunità parrocchiali e di tanti volontari, ha offerto un posto dove pernottare e curare la propria igiene personale a centinaia dei migranti che giungono sul territorio dell’Arcidiocesi di Gorizia dopo aver percorso la rotta Balcanica, per trovare nel nostro Paese la protezione internazionale dalle guerre e persecuzioni, o semplicemente per ricercare un luogo migliore dove costruire un futuro per sé e per i propri familiari.
Nei mesi più freddi dell’anno nei locali di Casa San Francesco a Gorizia – offerti gratuitamente alla Caritas diocesana dal locale Convento dei Frati Cappuccini, in piazza San Francesco – e nei locali della Parrocchia di San Valeriano a Gradisca d’Isonzo, hanno trovato accoglienza notturna centinaia di richiedenti asilo appena giunti sul territorio nazionale, i quali non riuscivano a trovare accoglienza presso le strutture messe a disposizione dal Ministero degli Interni.
Quest’anno, nei due servizi di accoglienza notturna per la cosiddetta “emergenza freddo”, i volontari hanno accolto in particolare persone provenienti da Pakistan, Nepal, India e Marocco.
I due servizi di accoglienza sono rimasti aperti per un totale di 181 giorni, dal 18 ottobre 2023 al 15 aprile 2024.
Nello specifico, nei sei mesi di apertura notturna Casa San Francesco ha potuto offrire un totale di 5.791 pernottamenti, vale a dire una media di 32 ospiti per notte, mentre la Parrocchia di San Valeriano ha ospitato un totale di 2.142 pernottamenti, ovvero una media di 12 ospiti a notte.
Dietro a questi numeri c’è il grande impegno dell’Unità Pastorale di Gradisca d’Isonzo e Farra d’Isonzo, che ha messo a disposizione non solo numerosissime persone che si sono offerte come volontarie, ma anche le strutture situate presso la chiesa di San Valeriano; lo stesso per le comunità parrocchiali del Decanato di Gorizia, che hanno offerto l’impegno di decine e decine di persone che volontariamente hanno messo a disposizione il proprio tempo per accogliere e orientare i migranti che, alla sera, bussavano alla porta di Casa San Francesco.
Non si può inoltre dimenticare che questo servizio è possibile grazie alle molte donazioni in denaro provenienti da tante persone di cuore e, in modo particolare, dai fondi 8xmille della Chiesa Cattolica messi a disposizione dell’Arcidiocesi di Gorizia per le opere di carità.
L’accoglienza notturna per “l’emergenza freddo” svolta sia a Gradisca d’Isonzo che a Gorizia non è un fatto isolato nella recente storia della nostra Arcidiocesi e della sua Caritas ma si inserisce in una storia di “Chiesa di frontiera”, sempre con gli occhi aperti e le braccia spalancate ad accogliere coloro che, dopo un lungo viaggio, hanno superato il confine italo-sloveno.
Una storia di ospitalità verso i migranti iniziata già negli anni ’90 del secolo scorso con il Centro di Prima Accoglienza “monsignor Faidutti” di piazza Tommaseo a Gorizia e il Centro di Prima Accoglienza “San Giuseppe”, che aveva trovato spazio in via Vittorio Veneto, sempre a Gorizia.
Il direttore della Caritas diocesana, diacono Renato Nucera, ricorda sempre che, come Caritas diocesana e come Chiesa locale, “abbiamo fatto quello che abbiamo potuto e ciò che è insito nel nostro DNA per aiutare queste persone a non morire di freddo, ma dobbiamo ringraziare ancora una volta e sempre con il cuore l’apporto e l’operato di tante persone che, volontariamente, si sono date da fare in questo periodo, unitamente anche a tutte quelle famiglie che, ogni sera, hanno fornito dei pasti caldi senza mai pretendere nulla in cambio. A tutti loro va il nostro più sincero grazie“.